E' in libreria l'ultima fatica di Fausto Pajar, giornalista e scrittore "Santi Montanari" presentato recentemente al salone del Libro di Torino

Tratto da Nordest Economia di Luglio/Agosto 2008

di Luca Chiereghin

Le vite dei Santi raccontano l’esperienza umana resa unica dall’incontro con Di. In “Santi Montanari” edito da Edizioni Biblioteca dell’Immagine e presentato allo scorso Salone del Libro di Torino, Fausto Pajar, giornalista de “il Gazzettino” e scrittore affronta un tema delicato e misterioso che scalda il cuore a chi è toccato dalla fede e mette il dubbio in coloro che per varie ragioni sono lontani o semplicemente non credono. A fare da sfondo alle meravigliose storie di questi santi, più o meno noti, è la montagna con la sua verticalità che, naturalmente, sospinge verso la riflessione sull’Asooluto. Pajar, da quel narratore colto e profondo che è, ci traghetta in un mondo sconosciuto e fantastico dove santi medievali e moderni si alternano alle vicende umane che attraversano amene località. Dalla fede primigenia dei martiri cristiani veniamo a conoscenza di Giustino il patrono dei filosofi, ci imbattiamo in Lugano, l’eremita ascetico che dimorava nella Val di Fiemme, in San Gallo, amato nel cantone elvetico, assaporiamo il racconto della vita di Benigno e Caro di Malcesine, gli eremiti del Monte Baldo che riuscivano a far crescere rape gigantesche nel loro orto benedetto. I racconti di questi santi, non tutti da calendario, sono piccole perle di tradizione popolare che diventano poetica dei semplici, parabola degli ultimi, esemplificazione in vita del messaggio evangelico. La narrazione è briosa, compita, resa ancor più vivida dalle descrizioni paesaggistiche dove la natura è spettatrice dei prodigi dei santi montanari e custode della loro pace incorruttibile. L’autore ci trasporta in un mondo che sembra fatato, dove gli stessi nomi dei santi sembrano essere evocazioni leggendarie. Eppure, nella memoria di chi vive in quei luoghi incantati, il ricordo di questi santi è reale, rinnovato nei giorni a loro intitolati. Sono ventiquattro storie per ventiquattro figure di donne e uomini toccati dalla grazia di Dio. E si sa che Dio non sceglie a caso i propri messaggeri. Li misura in umiltà, obbedienza e carità. Come è avvenuto per Notburga di Eben, la prima sindacalista dei campi. La fantesca che donava ai poveri gli appetitosi avanzi dei suoi padroni destinati a nutrire i porci o il folle di Weissenstein che nella sua pazzia trovava pace solo nella contemplazione della Vergine. Il tratteggio della vita di questi santi di montagna è anche la mappa preziosa per visitare pievi e luoghi incontaminati, come Sachet di Vallada Agordina in provincia di Belluno dove, nella chiesetta di San Simone apostolo, spicca un meraviglioso affresco del pittore trevigiano Paris Bordone. Come racconta Fausto Pajar La pieve di San Simone Zelota (patrimonio nazionale) è celata nel bosco ma possiede una forza espressiva di portata incommensurabile, resa anche più potente dall’affresco dell’ultima cena dove Giuda è raffigurato senza aureola ed è l’unico a non essere scalzo. “Santi Montanari” è uno scrigno di informazioni e spunti di ricerca che traggono fondamento storico, come scrive Pajar nella postfazione, dal “Martirologio Romano” dei santi che ne censisce ben 9.900 anche se ci sono pubblicazioni che ne contano quasi ventimila. La Provvidenza, si sa, non conosce limiti.

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