"Dolomiti il marchio Unesco è solo marketing"

Da "Corriere del Veneto" martedì 9 Marzo 2010




L'ampio dibattito sulle Dolomiti e il loro futuro, che si sta svolgendo in questa pagina ormai da alcune settimane, rappresentando posizioni e voci di divesa provenienza e formazione, si arricchisce oggi del contributo di Marcello Cominetti.
Personaggio dal carattere spigoloso (la definizione è sua e non posso che condividerla), Cominetti, classe 1961, è un alpinista che viene da quel mare ligure (è nato a Genova) dove le Alpi hanno inizio e vive ormai - quando non è in giro per il mondo - a Corvara in Alta Badia da oltre un quarto di secolo. La sua è una voce autorevole. E' la voce di un esperto di grande spessore che ha conosciuto attraverso imprese importanti sulle montagne dell'Himalaya, del Sud America e dell'Africa luoghi e genti molto diversi tra loro ed ha accumulato uno spirito di pragmatica saggezza che gli consente di esprimere con toni inequivocabili un giudizio sul futuro delle valli dolomitiche a partire dall'inserimento delle Dolomiti nei siti Unesco dell'Umanità per arrivare alla dibattuta questione - non di poco conto per la gestione oculata dell'ambiente - dei pedaggi per i transiti sui valichi. Ecco critiche e proposte. -E' arrivata l'Unesco sulle Dolomiti. Finalmente o no? Direi né una né l' altra cosa. Questo obiettivo a lungo perseguito anche da persone oneste, in verità nasconde tra i promotori persone che difendono i propri interessi anzichè quelli delle montagne e i loro abitanti. Queste persone sono tra gli abitanti delle Dolomiti, ma sono coloro che le sfruttano e basta e sono cieche di fronte al guadagno monetario senza calcolarne il costo in termini di valori assoluti. Ho visto luoghi nel mondo cui il patronato Unesco ha dato notorietà, è stato sbandierato a soli scopi pubblicitari (come sta succedendo ora qui) e in pochi anni si sono rovinati per offrirsi a un pubblico sempre più "comodo" e spendaccione. Sarei curioso di chiedere ai titolari degli esercizi che appongolo il marchio UNESCO ai loro depliant patinati e siti Internet, se sanno cos'è l' UNESCO e i suoi principii. -Quale è la priorità assoluta, oggi, per il territorio dolomitico? La salvaguardia della propria identità se si parla di persone e quella dei siti naturali che restano autentici per farli conoscere alle generazioni future. Non occorre aggiungere altro, ma semmai fermarsi. -E poi quali altri interventi sarebbero necessari per tutelare la gente che vi abita stabilmente e che in sostanza ha sempre tutelato le Dolomiti come patrimonio delUmanità? Divisi in più province e regioni, gli abitanti delle Dolomiti non hanno certo vita facile dal punto di vista politico e semmai finora sono stati sfruttati per beceri giochi a livello locale dalla politica da bar o poco più. Occorrerebbe che ogni Comune dal suo interno si sensibilizzasse a quello che sarà il futuro di queste vallate. Per fare ciò, in ogni giunta dovrebbe esserci un "foresto", uno che veda situazioni e luoghi con occhio critico e diverso da chi è nato nella terra che governa. La diversità è ricchezza.- Ritiene che l'emblema Unesco possa portare qualche vantaggio alle genti che vivono da sempre nelle Dolomiti? Forse lo porterà a quelle zone meno note i cui abitanti crederanno di potere così alzare il loro benessere e permettersi un' auto più bella e una casa dalle finestre più grandi. Ma oggi penso che per fare un turismo sensibile all' ambiente (che è fatto anche da chi ci vive), perchè da quest' ultimo trae gli elementi necessari alla sua esistenza, si debba lavorare sul "piccolo" e su quello che si ha da offrire con onestà e autenticità. In sede diversa potrei fare degli esempi. La patacca UNESCO può servire a queste località come mezzo per farsi conoscere, ma non credo sia il solo possibile. Oggi c' è Internet e ho visto posti che da remoti e sconosciuti hanno saputo farsi una clientela di estimatori intelligenti e sensibili al semplice. Turismo non vuol dire solo funivie, wellness e Sellaronda, ma anche tranquillità e ritorno alle origini, pur con i mezzi che il mondo moderno offre ma senza credere che sia necessario l' inutile. Come in alpinismo, e non solo, "togliere" è più efficace che aggiungere se si fa in maniera sapiente.-Cosa pensa della proposta di instaurare un pedaggio per i transiti sui valichi? Che è una forma di ladrocinio totalmente inutile. Se si vuole regolamentare e limitare il flusso di traffico bisogna chiudere a orari e favorire semmai chi si sveglia presto la mattina per godere dell' alba piuttosto che solamente chi ha un portafogli più gonfio. Inoltre chiedendo un pedaggio cosa si offrirebbe a chi transita a pagamento?-Sicuramente lei avrà anche altre considerazioni da fare? Ne avrei infinite. Ma la penultima domanda mi ha fatto pensare al fatto che la maggior parte dei turisti, vive così male, che quando è spennata come polli, trattata a pesci in faccia e fatta oggetto di sfruttamento e nulla più, è comunque remissiva e si adatta a meraviglia, perchè è in vacanza. Questo assogettarsi automatico e ignorante provoca molti più danni di quanto si pensi, perchè l'offerta si adatta istantaneamente alla domanda per i motivi di cui sopra e una soluzione che passi attraverso l' educazione anzichè la repressione sarebbe scomoda e costosa.
Oggi si leva la geografia dalle scuole elementari mentre alcuni nostri politici vengono beccati con prostitute e cocaina, così l' attenzione si distoglie dai veri problemi e i media la spostano a loro piacimento su chi tiene alti gli indici di ascolto.
Ma io ai miei figli ho messo sul comodino un bel mappamondo, che oltretutto funziona anche da abat-jour.

FAUSTO PAJAR.

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